LA BALLATA DEL PINELLI

E’ stata scritta subito dopo i funerali di Giuseppe Pinelli, sul modulo del canto “Il feroce monarchico Bava” (Inno del sangue). E’ senza dubbio uno dei più significativi documenti del canto protestatario attuale, ma soprattutto una ricostruzione drammatica degli avvenimenti del dicembre 1969 alla questura di Milano.
La prima versione della ballata è frutto dell’improvvisazione di quattro anarchici, precisamente Giancorrado Barozzi, Dado Mora, Flavio Lazzarini e Ugo Zavanella, nella sede del circolo anarchico “Gaetano Bresci” a Mantova la sera del 21 dicembre 1969, ossia il giorno dopo i funerali di Giuseppe Pinelli.

La ballata del Pinelli


Quella sera a Milano era caldo
calabresi nervoso fumava
“tu Lograno apri un po’ la finestra”
una spinta e pinelli va giù.

Sior questore io ve l’ho gia detto,
vi ripeto che sono innocente,
anarchia non vuol dire bombe
ma uguaglianza nella libertà.

Poche storie confessa Pinelli
c’e’ il tuo amico Valpreda ha parlato
e’ l’autore di questo attentato
ed il complice cero sei tu.

Impossibile – grida Pinelli-
un compagno non può averlo fatto
e l’autore di questo delitto
tra i padroni bisogna cercar.

Stai attento indiziato Pinelli
questa stanza è già piena di fumo
se insisti apriam la finestra
quattro piani son duri da far.

L’hanno ucciso perchè era un compagno
non importa se era innocente
“era anarchico, questo ci basta”
così disse Guida il questor.

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva
brigadiere apri un po’ la finestra
una spinta e pinelli va giù.

C’e’ una bara e tremila compagni
stringevamo le nostre bandiere
noi quel giorno l’abbiamo giurato
non finisce di certo così.

Calabresi e tu guida assassini
se un compagno ci avete ammazzato
per coprire una strage di stato
questa lotta più dura sarà.

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva,
brigadiere apri un po’ la finestra
una spinta e Pinelli

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